
È un pesce d’aprile o è tutto vero? L’Italia ha deciso di bloccare l’utilizzo di ChatGPT, l’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI, a causa di preoccupazioni riguardanti il rispetto del regolamento sulla privacy. Il Garante per la privacy italiano ha imposto una limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani da parte di OpenAI, richiedendo il rispetto delle normative sulla privacy prima di poter riprendere l’attività nel paese.
Il provvedimento del Garante per la privacy
Il provvedimento del Garante per la privacy evidenzia la mancanza di un’informativa adeguata agli utenti riguardo ai dati raccolti da OpenAI. Inoltre, il Garante sottolinea l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali utilizzati per “aggiungere” gli algoritmi alla base di ChatGPT. Il provvedimento mette in luce anche il problema delle informazioni fornite da ChatGPT che non sempre corrispondono alla realtà, generando trattamenti di dati personali inesatti.
Le richieste del Garante a OpenAI
OpenAI, che non ha una sede nell’Unione Europea ma ha designato un rappresentante nello Spazio Economico Europeo, è tenuta a comunicare entro 20 giorni le misure adottate per rispettare le richieste del Garante. In caso contrario, la società potrebbe essere soggetta a una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo. Tra le richieste del Garante vi è l’implementazione di filtri per la verifica dell’età degli utenti, al fine di proteggere i minori da risposte inadeguate rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.
I futuri progetti di ChatGPT
Nonostante il provvedimento del Garante e la richiesta di una pausa di sei mesi da parte di alcuni pionieri della Silicon Valley, i progetti di ChatGPT continuano. Si prevede che nei prossimi mesi il software di intelligenza artificiale possa evolvere fino a diventare indistinguibile da un essere umano. Siqi Chen, uno sviluppatore coinvolto nel progetto, ha svelato su Twitter che la nuova versione di ChatGPT, denominata ChatGPT-5, dovrebbe raggiungere l’Artificial General Intelligence (AGI) entro il prossimo inverno, ovvero la capacità di pensare e agire come un essere umano.
La decisione dell’Italia di bloccare ChatGPT mette in evidenza le sfide legate alla privacy e alla regolamentazione nel campo dell’intelligenza artificiale. OpenAI deve ora affrontare le preoccupazioni sollevate dal Garante per la privacy e adottare misure appropriate per garantire il rispetto delle normative sulla protezione dei dati personali. Questo caso può servire come un esempio per altre nazioni nel valutare e affrontare le questioni etiche e legali che emergono con lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Nel frattempo, i progetti futuri di ChatGPT, come ChatGPT-5, continuano a progredire, sottolineando l’importanza di trovare un equilibrio tra innovazione e tutela della privacy degli utenti.